L’ambito disciplinare e le metodologie

“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco.”

Antico proverbio cinese

La didattica dell’arte, seppur sia una disciplina non ancora sistematizzata, si concentra sulla progettazione e sulla conduzione di attività educative che pongono al centro la trasmissione di abilità e saperi propriamente artistici: dalla storia dell’arte alle tecniche artistiche, sino all’illustrazione, all’editoria d’arte e molto altro. La didattica dell’arte mira a un apprendimento attivo e partecipativo che presuppone, da una parte, l’incontro diretto con gli oggetti che rappresentano una testimonianza materiale dell’uomo e, dall’altra, l’utilizzo di metodologie didattiche interattive, pratiche e multisensoriali.

Ulteriore obiettivo è individuato nello sviluppo della creatività: sia nell’approccio alla lettura, alla comprensione e all’interpretazione delle opere d’arte e della cultura visuale; sia in ambito espressivo, attraverso l’uso consapevole dei vari linguaggi visivi e la produzione di immagini.

Il laboratorio

In tale contesto teorico lo strumento principe dell’attività didattica è il laboratorio, inteso non come luogo fisico ma piuttosto come momento collettivo di conoscenza e produzione il cui fine è l’apprendimento e il godimento dell’arte attraverso lo sviluppo della manualità e della creatività individuale. Durante il laboratorio, con un percorso di scoperta attiva ed esperienziale, si acquisiscono gli elementi riconoscibili e condivisibili dell’opera. L’atto di mediazione, svolto dall’educatore, fa semplicemente emergere direzioni di senso attraverso le quali si attiva e si condivide l’approccio alla materia stessa. L’opera si collega, divenendo paradigma, a un contesto culturale allargato.

Il momento laboratoriale non definisce regole fisse da seguire e contenuti immutabili da trasmettere, piuttosto indica a chi ne prende parte, un modo di sviluppare conoscenze e creare connessioni, nella consapevolezza che è prevalentemente con l’azione e con il gioco, soprattutto nel periodo dell’infanzia e della fanciullezza, che ci si pone in relazione con il mondo. La trasmissione di conoscenze relative al linguaggio visivo, alle tecniche artistiche, agli strumenti e ai materiali propri dell’arte avviene attraverso la dimostrazione e la sperimentazione. Il concetto di laboratorio, che si attesta dunque come luogo e momento pedagogico-didattico del fare, del sentire e del produrre, non deve essere necessariamente ricondotto a un modello di laboratorio manuale; esso si attesta piuttosto come stile metodologico ed è applicabile a qualsiasi categoria conoscitiva.

Dalla visita guidata alla visita animata

La visita guidata si attesta come modalità tradizionale nell’educazione del pubblico, come strumento pedagogico diretto e idoneo nello stimolare l’interattività tra visitatore e opera d’arte necessaria per giungere alla comprensione e all’apprendimento. Nel caso della visita guidata che coinvolge bambini e ragazzi, la comprensione di chi riceve deve essere facilitata dalla guida, il cui ruolo consiste nell’attivare, guidare e stimolare il processo comunicativo. Scopo della guida è quello di proporre esperienze educative con attenzione al contesto in cui queste stesse hanno luogo e sulla base delle conoscenze pregresse del visitatore, stimolando la partecipazione attiva e un processo di reazione. La guida deve trasformarsi in educatore, stimolando il pensiero critico e divergente, e incoraggiando esperienze di apprendimento costruite sull’osservazione e su un dialogo stimolante e interattivo. Tale dialogo, supportato dall’uso di schede delle opere o attività ludico-didattiche, non deve essere limitato a cercare risposte corrette o risultati prestabiliti, ma piuttosto, è importante permettere ai bambini di esprimersi liberamente, anche sbagliando, accettando più di una risposta al fine di stimolare una discussione costruttiva e divertente.

Sia la metodologia didattica del laboratorio sia quella della visita animata, uniscono due tipi di competenze specifiche: una teorico-estetica relativa alla percezione sensibile e alla comprensione dell’immagine artistica; e una creativa, un “saper fare” consistente nella capacità di tradurre le sensazioni e i contenuti in azioni e prodotti.

Il libro

In tale ambito disciplinare, soprattutto per ciò che concerne la progettazione di attività dedicate a bambini e ragazzi, un ruolo essenziale è affidato al libro. La lettura aiuta la riflessione sui tempi personali di comprensione ed elaborazione e stimola ciascuno di noi a intraprendere percorsi diversi; il libro, soprattutto quello d’arte e l’albo illustrato, diventa strumento di un’educazione alla visione e all’immaginazione.

Gli spunti che i libri possono offrire nella progettazione di attività didattiche legate all’arte, che possono diventare allo stesso tempo attività di promozione della lettura, sono molteplici: opere e musei presentati, temi e contenuti artistici trattati, storie narrate, grafica, tecniche di impaginazione e d’illustrazione. I libri, nel contesto della visita o del laboratorio, possono dunque divenire oggetto stesso dell’esperienza proposta o adempiere a una funzione di supporto concettuale e pratico.

Un bambino creativo è un bambino felice.”
Bruno Munari